lunedì 7 ottobre 2013

Te ne Randi Ingerman?

In un periodo storico fatto di forti instabilità, di mancanza di conferme, di assenza di punti di riferimento, ci sono dei punti di riferimento imprescindibili a cui aggrapparsi perchè sai che sono lì, pronti a sorreggerti e a darti la forza di andare avanti quando ne hai bisogno: la famiglia, gli affetti, il lavoro (per chi ce l'ha), e, per i più stoici, l'amore.

Ma quando anche queste ancore di salvataggio non ci sono, che succede?

Per una scelta (temporanea) di vita ho deciso di non creare legami data la mia (temporanea) instabilità socio-geografica, per una questione di correttezza verso il prossimo e, perchè no, anche nei miei confronti. Però c'è ancora chi si ostina a voler credere che, quando si trova una persona, quella è LA persona.

Ma come si fa a saperlo? Quali sono i metri di valutazione?

Per carità, non intendo giudicare tutte le relazioni di coppia di questo mondo, e sarei l'ultima persona sulla faccia della Terra in grado di farlo, però pensiamoci un attimo: sarò pure un triste e cinico calcolatore indubbiamente, ma siamo 7 miliardi su questo pianeta... Quali e quante sono le probabilità che LA persona sia nella tua stessa città, che questo/a stronzo/a sia facilmente raggiungibile?

Per mia fortuna ho un paio di esempi che smentiscono il mio cinismo di fondo, e che mi permettono il lusso di credere ancora in certe cose, però, quando sento di persone che sono insieme da 10 anni e da 9 e mezzo non fanno sesso, o se il/la tuo/a compagno/a non ti ricopre delle giuste attenzioni e ti regala solo belle promesse (che tali poi rimangono, senza mai concretizzarsi), quando si fanno progetti di coppia ma all'atto pratico verte tutto su una delle due parti, mi chiedo: ... ... ... No, non mi chiedo, anzi, TI chiedo: ma non ti rendi conto che c'è qualcosa che non va?

E' come un cieco che apprezza la fotografia di un film, un sordo che usa un iPod, Renato Zero che va a donne... Non esiste e non ci crede nessuno !!!

E' sicuramente più comodo credere che le cose vadano bene, far finta che sia un problema temporaneo, immaginare che sia il normale stato delle cose, ma difficilmente vogliamo pensare che nasciamo soli e moriamo soli, per quanto possiamo avere una splendida compagnia durante tutto il percorso... Bisognerebbe farsi carico di questa idea per vivere meglio con noi stessi e, di conseguenza, con gli altri.

Ma d'altronde, in un mondo in cui la Coca Cola si chiama Giuseppe, la Nutella può chiamarsi Cosimina, tutte le certezze vanno a crollare, e potremmo finire con il dirci: "Ma te ne Randi Ingerman?"

P.S. Attendo con ansia il giorno in cui anche la Regina si adeguerà a questa nuova tendenza, stampando un nome proprio di persona su ogni strappo di Rotoloni... Ho già pronto lo slogan: "Con _____ mi ci pulisco il culo!"









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