giovedì 31 ottobre 2013

Redefinition of "Li mortacci tua"

Diciamo che la mia anima è divisa in due : una parte progressista-globalizzatrice, e l'altra un pò patriottico-nostalgica...

Mi piace il mio iPhone, il mio Mac, poter viaggiare liberamente senza tanti pensieri (quasi dovunque), devastarmi il fegato in un Burger King o dal cinese di turno, ma mi piace anche passare le feste in famiglia, il Colosseo, Venezia, mangiare il panino dallo zozzone di turno, la pasta, la pizza.

Il Vesuvio e il mandolino no perché non sono napoletano, ma questa è un'altra storia.


Il confronto in sé è sempre positivo, è un'esperienza da cui non si può che uscire arricchiti, cambiati, e se ci va bene, cresciuti e migliorati, ma se dev'essere un modo per togliere parte delle mie radici, allora no.
Io non ci sto. (Questa non me la sono inventata io, ma fa sempre il suo effetto)

Dico io...
I cinesi mangiano gli spaghetti con la forchetta? No.
Gli svedesi c'hanno Mondo Convenienza? No.
I turchi c'hanno i supplì? No.
Gli americani c'hanno l'uovo di Pasqua? No.

Allora perchè io devo andare in giro a fare il minchione travestito il 31 di ottobre?
Certo, non è che gli altri 364 giorni dell'altro sono meno minchione anche se vestito normale, però tutta quest'importanza davvero non la capisco.

Sarò bigotto e retrogado? Forse sì, però se poi vi faccio presente che gli antichi romani giocavano a incularella e non avevano problemi a vivere l'amore omo, non è che allora sono il figlio della schifosa e voi siete splendidi.

Ormai quasi tutto ha un nome diverso da quello che è: la tovaglietta decorativa sul tavolo si chiama "runner", lo spuntino prima di mangiare è un "apericena", il truccatore è il "make up artist" (o anche detto MUA, che a sentirla così a me sembra il nome di una mucca di Odino, ma quello è un mio problema), lo sfigato manco lo chiami per nome ma fai un L con indice e pollice e te la metti sulla fronte...

Allora sapete che vi dico? Che io non ci sto.
E se proprio devo festeggiare, io non festeggio Halloween: io celebro l'anima de li mejo mortacci vostra.

martedì 15 ottobre 2013

Tira più un pelo di Pokémon...

Per lavoro ho spesso a che fare con un ampio range di persone: a volte mi rispecchio in alcune, altre volte ambirei ad essere come altri, e in certi casi ringrazio Dio (o chi per Lui) di non essere come loro.

Però, varcati i 30 anni, è normale porsi delle domande, e iniziare a tirare un po' le somme, ma più che chiedermi "Dove sto andando?", mi trovo a chiedermi "Dove stanno andando tutti?"
E soprattutto, ma chi gliel'ha data la patente?
(Sì, sono a favore di una sana pulizia etnica e del reato di "Cretinaggine cronica": se a una certa età sei ancora un coglione, omicidio di Stato legalizzato: già siamo tanti a sto mondo, dobbiamo pure sobbarcarci gli scemi?)

Da piccolo avevo la visione del trentenne come colui che è arrivato, raccoglie ciò che ha seminato, e continua la sua semina per raccoglierne i frutti nella sudata e meritata pensione.
Anche se ad oggi è più facile pensare di avvistare un unicorno o un Nyan Cat che immaginare di raggiungere la pensione in futuro.
Oggi, essendo io trentenne, mi guardo allo specchio e mi dico "... ... ... Ma che, davero davero?"

Sono circondato da ventenni che hanno moglie e figli, quarantenni che "stasera co sto giochetto me ce chiudo!", ragazzine presso più che dodicenni che chiamano le amiche "amò" e ragazzini presso più che dodicenni che fanno parlare la mamma al posto loro...

E io? Ah, boh!

Colleziono merchandising di SpongeBob.
E non mi vergogno nemmeno di dire che sono andato a Gardaland perché c'era la giostra di SpongeBob.
Su cui ovviamente sono andato.
Per quattro volte.
Di cui tre da solo perché nessuno voleva venire con me.
A parte i bambini.
E i loro genitori non trentenni.
Quando pranzo guardo i Simpson in tv, ma al tempo stesso dopo una settimana di lavoro ho la sindrome del pensionato e difficilmente esco il sabato sera perchè "vedo gente diversa ogni giorno, tutti i giorni, sai quanto me ne frega di vedere facce nuove? E poi, oh, io sono stanco!"

Di sicuro c'è che le persone che mi circondano sono variegate, e il non avere accanto a me coppie sposate e/o figliate mi permette di vivere ancora quell'illusione per cui "sono ancora gGgiovane" ...
... Ma, ninni, c'ho pur sempre trent'anni!!! -_-

Ok, trenta non sono quaranta, che non sono cinquanta, che non sono sessanta... Ma non sono nemmeno più venticinque, venti, o diciassette (i diciotto mi stanno sul cazzo, giusto la patente e il diritto di voto, toh!)

Bisogna quindi prendere atto di una cosa: non siamo più nei ruggenti anni '90, da quando c'è l'euro tutto costa il doppio, non ci sono più le mezze stagioni e, di conseguenza, non ci sono più i trentenni di una volta.

E quando vedi un neonazista con un'aquila tatuata su tutto il petto che ti chiede il nuovo gioco dei Pokèmon che ti aveva prenotato, capisci che anche i proverbi di un tempo non ci sono più.

Perchè, ad oggi, tira più un pelo di Pokèmon che un carro di buoi. Anche se straripante pelo di fica.

lunedì 7 ottobre 2013

Te ne Randi Ingerman?

In un periodo storico fatto di forti instabilità, di mancanza di conferme, di assenza di punti di riferimento, ci sono dei punti di riferimento imprescindibili a cui aggrapparsi perchè sai che sono lì, pronti a sorreggerti e a darti la forza di andare avanti quando ne hai bisogno: la famiglia, gli affetti, il lavoro (per chi ce l'ha), e, per i più stoici, l'amore.

Ma quando anche queste ancore di salvataggio non ci sono, che succede?

Per una scelta (temporanea) di vita ho deciso di non creare legami data la mia (temporanea) instabilità socio-geografica, per una questione di correttezza verso il prossimo e, perchè no, anche nei miei confronti. Però c'è ancora chi si ostina a voler credere che, quando si trova una persona, quella è LA persona.

Ma come si fa a saperlo? Quali sono i metri di valutazione?

Per carità, non intendo giudicare tutte le relazioni di coppia di questo mondo, e sarei l'ultima persona sulla faccia della Terra in grado di farlo, però pensiamoci un attimo: sarò pure un triste e cinico calcolatore indubbiamente, ma siamo 7 miliardi su questo pianeta... Quali e quante sono le probabilità che LA persona sia nella tua stessa città, che questo/a stronzo/a sia facilmente raggiungibile?

Per mia fortuna ho un paio di esempi che smentiscono il mio cinismo di fondo, e che mi permettono il lusso di credere ancora in certe cose, però, quando sento di persone che sono insieme da 10 anni e da 9 e mezzo non fanno sesso, o se il/la tuo/a compagno/a non ti ricopre delle giuste attenzioni e ti regala solo belle promesse (che tali poi rimangono, senza mai concretizzarsi), quando si fanno progetti di coppia ma all'atto pratico verte tutto su una delle due parti, mi chiedo: ... ... ... No, non mi chiedo, anzi, TI chiedo: ma non ti rendi conto che c'è qualcosa che non va?

E' come un cieco che apprezza la fotografia di un film, un sordo che usa un iPod, Renato Zero che va a donne... Non esiste e non ci crede nessuno !!!

E' sicuramente più comodo credere che le cose vadano bene, far finta che sia un problema temporaneo, immaginare che sia il normale stato delle cose, ma difficilmente vogliamo pensare che nasciamo soli e moriamo soli, per quanto possiamo avere una splendida compagnia durante tutto il percorso... Bisognerebbe farsi carico di questa idea per vivere meglio con noi stessi e, di conseguenza, con gli altri.

Ma d'altronde, in un mondo in cui la Coca Cola si chiama Giuseppe, la Nutella può chiamarsi Cosimina, tutte le certezze vanno a crollare, e potremmo finire con il dirci: "Ma te ne Randi Ingerman?"

P.S. Attendo con ansia il giorno in cui anche la Regina si adeguerà a questa nuova tendenza, stampando un nome proprio di persona su ogni strappo di Rotoloni... Ho già pronto lo slogan: "Con _____ mi ci pulisco il culo!"